«Santi subito» ma prima del sì esaminata anche la vita privata

27/04/2014 
 
Oggi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II diventano santi

(©ANSA) OGGI GIOVANNI XXIII E GIOVANNI PAOLO II DIVENTANO SANTI

Alcuni retroscena dei processi di Roncalli e Wojtyla: le richieste di procedere subito con la canonizzazione dopo la morte, le testimonianze su alcuni episodi discussi

ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO

Giovanni e Giovanni Paolo, i due santi che oggi vengono canonizzati da Papa Francesco, sono uniti dal fatto che subito dopo la loro morte furono in molti a volerli «santi subito». Per Roncalli, oltre al diffuso sentimento popolare, ci fu una proposta sottoscritta da oltre trecento vescovi, che chiedevano a Paolo VI di procedere con una canonizzazione per acclamazione al  termine del Concilio.

Papa Montini era convinto della santità del predecessore.  In una lettera – riservata ma agli atti del processo – l'allora arcivescovo di Milano, il giorno dopo la morte di Papa Roncalli, scriveva alla Sacra congregazione dei riti un messaggio indirizzato «Al successore di Giovanni XXIII» chiedendo la beatificazione del Papa bergamasco: «Penso idealmente associata a questa dolcissima supplicazione tutta l’umanità, credente e non, fedele e dissidente, che egli raccolse per la prima volta nella storia, in unità… Quella umanità, in altri secoli, lo avrebbe canonizzato ad una voce». Il successore scelto dal conclave, qualche giorno dopo, sarebbe stato lui stesso. Ma preferì non procedere in tempi brevi né pensò fosse opportuno acclamare «santo subito» il «Papa buono». Aprì dunque il regolare processo, affiancando a Roncalli anche la causa di Pio XII.

È poco noto che anche per Giovanni Paolo II è accaduto qualcosa di simile nel 2005. Diversi cardinali avevano sottoscritto prima del conclave una petizione per aprire il processo canonico, e immediatamente dopo la sua elezione Benedetto XVI si è sentito chiedere da monsignor Stanislaw Dziwisz, l'ex segretario di Wojtyla, di procedere direttamente con la canonizzazione, senza passare per la beatificazione. «Santo subito!», per l'appunto, come si leggeva negli striscioni srotolati in piazza San Pietro al termine dei funerali di Giovanni Paolo II.

Papa Ratzinger non era contrario. Prima di decidere però ha preferito consultare la Congregazione delle cause dei santi. I pareri dei teologi non sono stati favorevoli: anche se il Papa può fare un santo senza seguire tutte le norme canoniche, la lunghezza e la complessità del pontificato wojtyliano facevano preferire un po' più di calma e di studio. Così Benedetto XVI ha detto no al «santo subito», decidendo però di derogare all'attesa dei cinque anni dalla morte prima di iniziare il processo, che è stato dunque straordinariamente veloce.

In entrambe le cause si sono vagliate tante testimonianze, anche quelle di chi esprimeva dubbi sull'opportunità di portare troppi Papi sugli altari, nonostante la diffusa fama di santità della quale i due santi odierni godevano presso i fedeli. E si sono esaminati tanti episodi delle loro vite. Nel caso di Roncalli, nel dossier sono finiti anche i «sentito dire», come ad esempio la diceria del tutto infondata di essere stato iscritto alla massoneria. O quella di omosessualità contenuta in una lettera rivelatasi falsa e calunniosa, che venne comunque attentamente vagliata attraverso una rogatoria del 1981 a Periguéux, in Francia.

Mentre c'è un volume «sub secreto» nel dossier che riguarda Giovanni Paolo II, dov'è ad esempio contenuta la lettera del giugno 2008, nella quale l'ex Segretario di Stato e oggi decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano, dopo essersi detto sicuro che Wojtyla «abbia vissuto santamente», manifestava il «dubbio» sull'«opportunità di dare la precedenza a tale causa, scavalcando quelle già in corso» da anni e riguardanti altri Pontefici. C'è una dichiarazione di Lelio Scaletti, direttore generale emerito dello Ior, che il 3 novembre 2008 assicurava: «mai mi è stata rivolta (dal Papa, ndr) la richiesta ad indirizzare risorse economiche verso enti o movimenti in Polonia», cioè a Solidarnosc. E c'è infine una lettera dell'allora Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Levada nella quale si legge che negli archivi non c'è nulla riguardante un «coinvolgimento personale» di Giovanni Paolo II nel procedimento sulla scandalosa vicenda del fondatore dei Legionari di Cristo Macial Maciel, abusatore di seminaristi.

Si continuerà a discutere negli anni a venire su alcuni aspetti dei due pontificati, anche in vista dell'apertura degli archivi. Ma, come lo stesso Papa Wojtyla disse nel settembre dell'anno 2000, elevando agli altari Pio IX: «Beatificando un suo figlio, la Chiesa non celebra particolari opzioni storiche da lui compiute». Come dire: anche un santo, la cui vita personale è stata vagliata ed è stata ritenuta degna di essere messa sugli altari, può aver commesso degli errori.

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